domenica 9 agosto 2020

CIBO.


Un libro di fantascienza che per certi aspetti lo trovo abbastanza vicino alla realtà. La storia di popoli che abitano lo spazio, dei loro usi e costumi e della loro convivenza. 
La narrazione è fluida e gli eventi che si succedono sono a tratti inquietanti ovvero nella lettura si insinua quel senso di inquietudine, di suspence che è quello che mi aspetto da un libro di questo genere. Sarebbe stato interessante se fossero state approfondite alcune vicende, magari il finale. Ma forse è quasi meglio così. 
Forse, non siamo così diversi dal "diverso". 
Il romanzo è breve, 200 pagine, e si legge tutto di un fiato. Io però l'ho letto a più riprese. Non lo volevo finire: non volevo girare l'ultima pagina,cosi facendo avrei concluso una promessa che mi teneva legata al ricordo di un'anima, di ferite aperte, di quello che non è mai stato e mai sarà.
Invece il ricordo è proprio come un libro: dopo averlo letto, lo riponi nella tua libreria,  in quale scaffale lo decidi tu. E ogni tanto, se ti va, lo sfogli, lo rileggi.